Restauri in Accademia Tadini – Brusasorzi e Caroto

Anche in questo periodo di chiusura, il museo prosegue con la propria attività scientifica. In particolare i progetti di studio promossi in vista di mostre sono l’occasione per integrare le ricerche con le informazioni sulle opere che si ricavano attraverso i restauri.

Gli interventi attualmente in corso riguardano tre opere di documentata provenienza veronese.

Intesa Sanpaolo, dietro proposta della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e di Brescia, ha individuato il San Francesco e il San Guglielmo di Domenico Brusasorzi, impegnandosi a sostenere l’intervento di restauro nell’ambito del progetto Restituzioni 2021, XIX edizione.

Le due tele, a fronte di una costante attenzione negli studi dedicati alla pittura veronese, hanno ricevuto scarsa attenzione dal punto di vista conservativo. E’ possibile che un primo intervento sia stato condotto subito dopo l’acquisto da parte del conte Luigi Tadini. Tuttavia, lo stato di conservazione deve essere apparso preoccupante, dal momento che le opere sono più volte incluse negli elenchi di dipinti da restaurare, anche se bisognerà attendere il 1957 perché la sola tela con San Francesco sia affidata al restauratore Giuseppe Arrigoni.

Il progetto è stato chiesto al restauratore Antonio Zaccaria, che ha redatto una dettagliata scheda conservativa in vista della stesura del progetto di restauro. L’esame, sostenuto da  indagini diagnostiche non invasive, ha evidenziato uno stato di conservazione preoccupante, legato alla deformazione del telaio nella tela con San Guglielmo, e un fenomeno di diffusa fragilità della pellicola pittorica, con frequenti sollevamenti a rischio di caduta. Si rileva infine la presenza di ritocchi diffusi e alterati e di una pesante vernice ingiallita impedisce una corretta lettura delle due opere. Il restauro è attualmente in corso.

L’intervento appare quindi necessario, anche alla luce dei progetti di valorizzazione delle opere di scuola veronese conservate nel museo.

Con questo intervento, Intesa Sanpaolo rinnova il proprio impegno a favore delle raccolte dell’Accademia Tadini, che ha già portato al recupero dell’Andata al Calvario di Marco Palmezzano (Restituzioni 2011) e della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini (Restituzioni 2018).

Il Ritratto di Bartolomeo Martini, proveniente con ogni probabilità dal complesso olivetano di santa Maria in Organo a Verona, è stato chiesto in prestito per la mostra dedicata a Giovanni Francesco Caroto, a cura di Francesca Rossi, con Gianni Peretti, Paolo Plebani, Edoardo Rossetti (Verona, Museo di Castelvecchio). In questo caso, la necessità di un restauro non era giustificata da problemi di tipo conservativo, ma dalla presenza di una vernice fortemente ingiallita che impediva una corretta lettura del dipinto. Il restauro rappresenta in questo caso uno snodo essenziale per lo studio e la conoscenza del dipinto, anche in vista della conferma dell’attribuzione di Giovanni Caroto. Il progetto è stato chiesto a Roberta Grazioli, ed è sostenuto dal circolo Amici del Tadini.

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