Con l’ordinamento del 1816 la Provincia di Bergamo vede confermato il proprio assetto territoriale, compreso tra il corso dell’Oglio a Est, dell’Adda a Ovest, e, a Nord, la Val Camonica. Il territorio èdiviso in diciotto distretti; grazie alla mediazione di Adorno Bazzini e Francesco Baglioni, Lovere è riconosciuta capoluogo del XVI°, che comprende i comuni di Bianzano, Bossico, Castro, Volpino, Endine, Piangaiano, Esmate, Fonteno, Gaverino con Piano, Lovere, Monasterolo, Ranzanico, Riva di Solto, Sellere, Solto, Sovere, Spinone, Zorzino, Pianico. Rimane senza esito una supplica del 1820, per la quale si impegna anche il conte Tadini, perché siano aggregati al distretto i comuni di Darfo, Gianico, Artogne, Piano e Pisogne e Rogno; solo quest’ultimo sarà effettivamente aggiunto, nel 1838, per compensare la perdita di Gaverino, passato al distretto di Trescore.

Malgrado le frequenti epidemie, la popolazione risulta in crescita: si passa dai 1694 abitanti del 1816 ai 2925 del 1861.

Le funzioni di controllo politico sono svolte dal cancelliere censuario, poi commissario, funzionario politico. La pubblica amministrazione è rappresentata dal Convocato degli estimati, poi sostituito dal Consiglio comunale, che svolge le funzioni deliberative, mentre l’amministrazione del patrimonio era affidata alla Deputazione comunale.

Grazie ai nuovi tracciati stradali avviati tra il 1803 ed il 1816, la cittadina vede confermata la propria vocazione di naturale snodo tra Bergamo e la Valle Camonica, la valle Seriana e la Valle Cavallina. La costruzione del ponte sulla forra del Borlezza (1816), sollecitata dal crescente traffico da e per la fabbrica di falci, desta grande impressione e crea un nuovo accesso al paese.

Lungo questo asse viario si collocano gli interventi di maggior rilievo urbanistico, come la costruzione dello Stabilimento di Belle Arti Tadini (1821-1827) con un portico destinato a botteghe e a pubblico passeggio, e il rinnovamento della piazza del Porto cui fa seguito quello della Piazza degli Uffici (1830-1840). La selciatura delle strade e la creazione di condotte per le acque correnti rinnovarono in breve l’aspetto del centro: nelle testimonianze contemporanee ricorrono gli aggettivi «ampio», «vago», «salubre».

La lavorazione del ferro, stimolata dalla disponibilità di minerale nella zona e dalla disponibilità di fonti energetiche come l’acqua e il legname, acquista sempre maggior rilievo. Il censimento abbozzato dal conte Tadini restituisce uno vivace spaccato delle attività commerciali, cui va aggiunto il mercato settimanale e la fiera annuale, in novembre.

Le scuole elementari, il Liceo Ginnasio, le Scuole tecniche e i corsi di musica e di disegno formalmente istituiti nel 1829 presso lo Stabilimento di belle arti Tadini facevano di Lovere un centro culturale di primo piano. Grazie a queste istituzioni – conseguenza della particolare situazione socio-economica della comunità loverese – il tasso di alfabetizzazione risulta più alto rispetto ai paesi limitrofi (76,6% per gli uomini, 29,8% per le donne).

L’illuminata iniziativa delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa – che nel 1832 fondano la Congregazione delle Suore della Carità, dedita all’istruzione dei più poveri e all’assistenza ai poveri – rispondono alle necessità della popolazione.

Marco Albertario