La notizia delle vittorie di Montebello e Palestro (20-21 maggio, 30-31 maggio 1859), del trionfale ingresso a Milano di Napoleone III e di Vittorio Emanuele (8 giugno), e dell’annessione della Lombardia al Regno sabaudo (9 giugno) raggiungono Lovere in modo inatteso: il 10 giugno Giuseppe Zanardelli, partito da Sarnico, approda a Lovere sventolando il tricolore e portando notizia delle rivolte scoppiate ovunque a sostegno delle campagne militari.

Per la verità, qualche notizia già circolava per gli uffici pubblici, se il 4 giugno i funzionari austriaci invitavano i dipendenti – in caso di occupazione – a dimettersi, con l’obiettivo di creare disordine. Il 10 giugno da Bergamo, ormai liberata, il Commissario di Sua Maestà il Re di Sardegna sollecita i funzionari a restare in carica. Gli addetti dell’Ufficio di Commisurazione di Lovere per mano del dirigente Francesco Arrigoni rispondono di voler appoggiare la causa dell’indipendenza nazionale.

Intanto Garibaldi, alla testa dei Cacciatori delle Alpi, libera Bergamo (8 giugno) e Brescia (14 giugno) e si dirige a Nord con l’obiettivo di occupare Valtellina, Val Camonica, Val Sabbia e Val Trompia. I movimenti del generale non possono passare inosservati. Il 10 giugno un manipolo di volontari arruolati nella guardia nazionale con una audace spedizione a Edolo arresta un contingente austriaco che vi si era recato per scortare un carico di armi; ne facevano parte Enrico Banzolini e Angelico Scalzi, reduci del Quarantotto, Giovanni Beccalossi, Carlo Bonotti, Odoardo Cossa, Stefano Erloch, Carlo Zitti e l’industriale Giovanni Andrea Gregorini.

L’entusiasmo popolare si esprime nuovamente nella demolizione degli stemmi austriaci, per la quale si chiede licenza al commissario governativo («pensate che ho numerosa famiglia da mantenere»…. risponde quest’ultimo) e nel rinnovato apporto di volontari. Il bresciano Onorato Comini (volontario nel 1866) costituisce insieme ai compagni del Liceo Ginnasio una milizia di studenti. Rustiziano Ballada, Antonio Celeri, Felice Ventura, Leopoldo e Francesco Ottini si arruolarono nei Cacciatori delle Alpi (Leopoldo trova la morte a Varese nel 1859). Il contingente è destinato a crescere, dopo il soggiorno di Garibaldi a Lovere, grazie al grande fascino personale del generale.

Altrettanti volontari raggiungono l’esercito lombardo per affiancare la milizia piemontese. Tra di loro, i pittori Giuliano Volpi e Evangelista Bertolotti, allievi dell’Accademia Tadini.

Di lì a poco, tre loveresi si imbarcano con i Mille a Quarto.