I loveresi che hanno partecipato alle campagne per l’Unità

Non esiste un elenco ufficiale dei loveresi che hanno preso parte alle campagne risorgimentali; il punto di partenza per le ricerche è rappresentato dal Monumento ai volontari accorsi a difesa della patria del Comune di Lovere, manifesto stampato a Chiari nel settembre 1865. Esso comprende i nomi dei partecipanti alle campagne risorgimentali del 1848, 1849, 1859, 1860 divisi per anno in ordine di grado.
Il Monumento va però integrato con altre liste, come l’Elenco dei soldati italiani della provincia di Bergamo che hanno fatto una o più delle sette campagne dal 1848 al 1870 per l’indipendenza italiana, San Martino della Battaglia, 12 ottobre 1893 (Milano, Museo del Risorgimento), utile soprattutto per gli anni 1866, 1867, 1870.
A questo si aggiungono numerose fonti narrative – locali e non – che offrono un quadro più articolato della situazione. Il canonico Luigi Marinoni, autore dei celebri Documenti loveresi (Lovere 1896) vive da studente la febbrile agitazione dei moti, e riporta gustosi aneddoti. Il Diario di Giovanni Battista Zitti trasmette una visione “dietro le quinte della lunga marcia verso Roma nel 1867. Nel carteggio Marco, Enrico, Giuseppe e Luigi (detto Bigio) Banzolini restituiscono una visione “dietro le quinte” delle vicende, tra interessi privati e preoccupazione per le sorti della patria.
Un primo tentativo di sintesi, valido per il territorio del lago, è il volume di Pietro Rossetti, Iseo ed il suo lago: nel patrio Risorgimento coll’aggiunta del bacino del lago e della Provincia di Brescia, Iseo 1910.
Basta scorrere i nomi dei componenti del governo provvisorio o quelli degli ottantuno volontari che hanno preso parte alle campagne militari per sottolineare l’attivo coinvolgimento delle principali famiglie loveresi. A membri della più antica aristocrazia come i Bazzini, si affiancano possidenti come i Banzolini e gli Zitti, esponenti della nuova borghesia professionale (ingegneri, avvocati, notai) e imprenditori, sottolineando così la saldatura tra progresso tecnico, vita civile e lotte per l’indipendenza.
La presenza di numerosi studenti del Liceo Ginnasio o delle Scuole Tadini conferma il ruolo centrale delle scuole; vanno però ricordati anche il sedicenne Daniele Staurenghi, calzolaio, e il diciottenne Giuseppe Colombo, sellaio: occorre pensare che anche tra gli artigiani si registrasse un’adesione ai nuovi ideali.
Una seconda riflessione riguarda la partecipazione di interi nuclei familiari: così è per i Banzolini (Giuseppe a Milano, Enrico a Venezia), per i Casari (dei figli di Antonio, Marco e Giuseppe combatterono nel 1848 e Angelo nel 1859 e nel 1866); per gli Ottini di Breno (Lodovico e Lorenzo partecipano ai fatti del 1848, Francesco e Carlo Leopoldo alla campagna del 1859), per gli Zitti (dei figli di Antonio, Pietro e Francesco partecipano alle campagne del 1848; Giovanni Battista a quelle del 1866-1867); confermando quel carattere di “Risorgimento familiare” alimentato da una trama di letture e discussioni che resta ancora da ricostruire.
L’album Fratelli d’Italia riporta i nomi fin qui individuati, e resta aperto alla collaborazione di quanto vorranno segnalare fatti o notizie nuovi.