Paesaggio invernale del lago Sebino

Autore: Giorgio Oprandi (Lovere, 1883 - 1962)

Data: 1945 circa

Tecnica e supporto: olio su tavola

Dimensioni: 77x85 cm

Inventario: P 442

√à soprattutto a partire dagli anni Quaranta che Oprandi, frequentando sempre meno Bergamo e la “casa artistica“, si raccoglie nella nativa Lovere e nella solitudine di Bossico, altopiano in posizione panoramica sul lago d’Iseo. Il “cavaliere errante della pittura”, ormai settantenne, dopo il viaggio in Albania avvenuto nel 1940, si lascia alle spalle le peregrinazioni africane, senza però tradire in alcun modo il nomadismo che ha sempre caratterizzato il suo profilo d’uomo e d’artista. Negli anni Quaranta e Cinquanta i deserti, le foreste e i mercati del Continente Nero lasciano il posto ai laghi di Endine e d’Iseo, ai canali di Chioggia e alle marine di Comacchio (La spiaggia di Porto Garibaldi), ai paesaggi svizzeri e della Costa Azzurra, al delta del Po o ai boschi di Bossico (L’altopiano di Bossico).

Proprio a Bossico Oprandi acquista e restaura un antico roccolo, ultimo rifugio del “pittore viaggiatore”: “La casa rivela un uomo abituato a lunghi viaggi, anche a luoghi inospiti, dove l’accorgimento e l’originalità sanno creare quello che gli uomini e la natura non ci vogliono concedere. Se non vi interessa l’artista, andate al roccolo per vederne la casa. […]. √à un piccolo miracolo d’ingegnosità che ricorda l’arte di far valigie per lunghi viaggi” (Al roccolo 1944).

Le vedute di questi luoghi ispirano all’artista anche un’opera come Paesaggio invernale del lago Sebino, dipinto donato da Oprandi all’Accademia Tadini nel 1951.

Databile intorno alla metà degli anni Quaranta questa raffinata veduta del Lago d’Iseo innevato, condotta attraverso una delicata gamma cromatica, è la versione più celebre di quelle a noi note colte dal pittore loverese nei dintorni del roccolo di Bossico. Dall’alto di quei prati l’artista ci restituisce, attraverso le sue tele, un poema panico dei luoghi nativi, raccontati, tra lago e montagna, attraverso il rinnovarsi delle stagioni e le variazioni atmosferiche e luministiche. L’ampio respiro della veduta riporta alla mente una soluzione cara a Oprandi, quando giovanissimo alpino sulle cime dell’Adamello, ritraeva i profili delle montagne a volo d’uccello, facendosi attento interprete del silenzio sospeso e a tratti mistico della natura.

Silvia Capponi


Per saperne di più:

D.G.S., Al roccolo. Incontro con Giorgio Oprandi, in «L’Eco di Bergamo», a. 61, n. 203, 31 agosto 1944, p. 2.

 

Dalle Orobie al Maghreb. Gli Orientalisti bergamaschi. Luigi Brignoli – Romualdo Locatelli – Giorgio Oprandi – Ernesto Quarti Marchiò, catalogo della mostra, a cura di F. Rea, (Lovere, Atelier del Tadini, 25 aprile – 29 agosto 1999), Presservice ’80, Rovetta 1999, p. 70 ill.

 

Acquosissima Lombardia. I laghi lombardi nella pittura dell’Ottocento e primo Novecento, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, 22 aprile – 2 settembre 2001), Federico Motta Editore, Milano 2001, p. 119 ill.

 

Crescit Eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi destinate al fondo per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, catalogo della mostra, (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio – 31 agosto 2003), Bergamo 2003, pp. 58 ill., 122.

 

L’immagine dei laghi italiani nella pittura tra Otto e Novecento, catalogo della mostra, a cura di M. Corradini, (Iseo, Palazzo Vantini, 25 aprile – 13 giugno 2010), Fondazione L’Arsenale, Iseo 2010, p. 91 ill.

 

S. Capponi, in Giorgio Oprandi. Lo sguardo del viaggiatore, catalogo della mostra (Lovere, Galleria dell’Accademia Tadini, 30 giugno-9 settembre 2018), a cura di M. Albertario, S. Capponi, Bergamo 2018, pp. 150, 172.

 

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