Natura morta con fiori, frutta, funghi e animali

Autore: Antonio Gianlisi senior (Ponte dell'Olio 1655 - Crema 1713)

Data: 1695 – 1713 circa

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 137 x 158 cm

Inventario: P 476

La tela, insieme al suo pendant (Natura morta con fiori e frutta, 137 x 158 cm, P 477)  due tele si caratterizza per l’esuberante protagonismo di grappoli d’uva bianca e nera che scendono da frondose piante di vite con pampini dalle varie gradazioni di verde che sfociano in accensioni rossastre. I tralci maggiormente ricolmi di frutti si abbandonano morbidamente sul terreno ombroso in modo scomposto provocando il distacco di alcuni acini. L’ambientazione all’aperto si completa con piante di fiori e profonde quinte paesaggistiche. In uno dei due dipinti (P 476) la composizione si arricchisce di qualche presenza animale, un uccellino e un serpente, e tradisce un grado maggiore di artificiosità con l’inserimento di alcuni funghi appena raccolti.

Le opere portavano un antico riferimento a Gilardo da Lodi, artista allora considerato unico specialista nella pittura di uve del tempo, e sul quale in passato l’assenza di dipinti firmati e di sicuri punti fermi biografici ha generato fraintendimenti. Sulle fisionomie dei pittori lombardi di uve hanno recentemente fatto chiarezza Gianluca e Ulisse Bocchi mediante un attento lavoro di distinzione delle varie personalitaÃÄ suffragato, oltre che dai dati stilistici, da importanti elementi documentari e nuovi ritrovamenti (Naturaliter 1998). Il recupero della commissione ad Antonio Gianlisi senior, artista contemporaneo a Gilardo, del Grande trionfo di uve all’aperto della collezione dei marchesi Zaccaria di Bordolano ha fatto luce su un’ignorata produzione di nature morte del pittore, consentendo al contempo di distinguerlo nei caratteri formali dai lavori del figlio, suo omonimo. Quest’ultimo dipinto venne erroneamente assegnato nella mostra “Settecento lombardo” del 1991 a Gilardo da Lodi da Federico Zeri, artista considerato come il massimo specialista nella pittura di uve del tempo. Questo giudizio comportò di conseguenza la sbagliata attribuzione delle opere Tadini al lodigiano già nella guida della Galleria del 1992 (p. 70) a cui seguì anche la conferma da parte di Zeri mediante una lettera del 12 aprile 1997, sulla base delle fotografie ricevute (Fototeca Zeri, inv. 163153, 163154). √à da rilevare la presenza al margine destro della tela P 476 di un grande mazzo di grappoli d’uva accuratamente legati, analogamente a quanto avviene nel dipinto in collezione Zaccaria di Bordolano.

Chiarita la fisionomia di Antonio Gianlisi senior, a cui è seguito il recupero dell’indicazione di padre Desiderio Arisi (P. Desiderio Arisi, Accademia dei pittori, scultori e architetti cremonesi, altramente detta Galleria di uomini illustri, ms. ante 1723, cc. 22-23) che lo ricorda «pittore di frutti eccellente particolarmente nell’uve», le opere loveresi hanno potuto ritrovare il corretto autore (Bocchi, Bocchi 1998, p. 168). Al medesimo artista è stato ricondotto anche l’epiteto di “Cardellino”, erroneamente assegnato a Giacomo Desti, nome coniato per indicare l’artefice di quei dipinti raffiguranti prevalentemente composizioni d’uva ove compariva anche il piccolo volatile. La distinzione tra i due specialisti di uve è da calare anche sul piano stilistico adottando Gianlisi una pittura maggiormente materica rispetto a Gilardo, caratterizzata inoltre da grappoli con acini opachi e privi di trasparenza. Le differenze si possono evidenziare anche sul piano compositivo, Antonio senior si distingue infatti per l’utilizzo di un’impaginazione libera del soggetto, esente dagli schemi geometrici tanto cari invece al lodigiano, ambientando spesso la raffigurazione in spazi esterni con scorci paesaggistici.

I dipinti non sono inclusi nelle antiche guide del conte Tadini ma sembra verosimile che possano far parte della collezione di famiglia visto lo stretto legame con le tre tele dipinte da Antonio Gianlisi junior. √à inoltre da ritenere che i quadri siano stati licenziati dall’artista durante la sua permanenza a Crema che decorre dal 1695 sino alla morte avvenuta nel 1713 (cfr. Carubelli 2000, p. 231).

Come evidenziato dagli studi (Bocchi 2004, p. 28), le opere dell’Accademia Tadini si possono confrontare con i cinque dipinti di Vaiano Cremasco, presso i conti Sanseverino, parenti tra l’altro dei Tadini, che hanno tramando le tele con il corretto nome dell’autore, e con il già ricordato Grande trionfo di uve di Bordolano. Accanto a questi esempi è stata recentemente aggiunta una coppia di quadri che analogamente raffigura “Esposizioni d’uve all’aperto” conservata nel castello di Tzarkoisielo di San Pietroburgo e altre due tele rintracciate rispettivamente sul mercato di Vienna (Dorotheum, Vienna, 11 dicembre 2007, lotto 40) e di Londra (Christie’s, Londra, 13 dicembre 1991, lotto 261), entrambe presentate erroneamente sotto il nome di Gilardo da Lodi (Bocchi, Bocchi 2009, p. 247).

Giulia Donina


Per saperne di più:

A. SCALZI, Guida alla Galleria Tadini, vol. 2, Guida, Lovere 1992, p. 70.
Naturaliter. Nuovi contributi alla natura morta in Italia settentrionale e Toscana tra XVII e XVIII secolo, a cura di G. e U. BOCCHI, Casalmaggiore 1998, p. 168, figg. a p. 173.
L. CARUBELLI, La natura morta del Settecento nel territorio cremasco: Giacomo Desti o Antonio Gianlisi?, in Arte Lombarda del secondo millennio. Saggi in onore di Gian Alberto Dell’Acqua, a cura di F. FLORES D’ARCAIS, M. OLIVARI, L. TOGNOLI BARDIN, Milano 2000, pp. 231, 233.
I restauri del Tadini, a cura di G. A. SCALZI, Lovere 2000, pp. 246-247.
U. BOCCHI, La pittura d’uva tra Lodi e Crema: un groviglio di recente dipanato, in Gilardo da Lodi e la pittura d’uva in Lombardia nel Seicento e nel Settecento, catalogo della mostra (Lodi, Chiesa di San Cristoforo, 24 aprile – 6 giugno 2004), a cura di T. GIPPONI, Milano 2004, p. 28.
L. CARUBELLI, in Gilardo da Lodi e la pittura d’uva in Lombardia nel Seicento e nel Settecento, catalogo della mostra (Lodi, Chiesa di San Cristoforo, 24 aprile – 6 giugno 2004), a cura di T. GIPPONI, Milano 2004, pp. 92-93, cat. 19-20.
G. BOCCHI, U. BOCCHI, L’arte pittorica di Antonio Gianlisi Senior detto il Cardellino, in «Strenna piacentina», 2014, p. 30.
G. BOCCHI, U. BOCCHI, Una nuova e definitiva prova per il riconoscimento di Antonio Gianlisi senior detto il Cardellino (Ponte dell’Olio 1655 – Crema 1713), in L. CARUBELLI, Giacomo Desti. Un pittore eclettico nelle Crema del Settecento. Con contributi di Gianluca e Ulisse Bocchi sulla natura morta dei Gianlisi, Crema 2009, pp. 240, 247, 254.

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