Autore: Incisore e disegnatore: Pietro Fontana

Data: 1807-1809

Tecnica e supporto: acquaforte

Dimensioni: 58x45,8 cm il foglio; 43,2x38,2 cm l'inciso

Inventario: C 416


L’incisione riproduce il monumento a Vittorio Alfieri a partire dal dipinto preparatorio di Bernardino Nocchi (1807); Il 25 gennaio 1809 con la quale Leopoldo Cicognara ringraziava Antonio Canova per l’invio delle stampe “dell’onorevole mausoleo che sta erigendosi al Soffocle italiano dal Lisippo di questo secolo; ma associato a questi due grandissimi nomi di Canova, e di Alfieri mal suona il mio, che nulla ho fatto di grande per meritarmi di essere in così grata e splendida compagnia.” (P. Mariuz 2000, p. 23).

Le varianti nell’impostazione architettonica e nell’iscrizione rispetto all’esemplare della Calcografia Nazionale – “Sarà così appunto collocato” nel foglio di Lovere, in luogo di “così appunto è collocato” fanno di questo foglio un possibile primo stato dell’incisione. Alle modifiche fa probabilmente riferimento il pagamento al calderaio Pietro Ruga “per aver cassato e rifatto dell’lavoro sul rame del deposito dell’Alfieri” (10 febbraio 1811). Il riferimento al modello dipinto e all’incisione dell’opera prima che fosse collocata (anche se poi, conclusi i lavori, si renderà necessario intervenire correggendo la lastra) è documentato da un secondo foglio nella raccolta, quello che rappresenta il Monumento della contessa De Haro (C 418) che non coincide con nessuno degli esemplari documentati in Canova e l’incisione, 1993, pp. 171-173 scheda XLIV). L’incisione traduce infatti il progetto – mai realizzato – di un monumento da innalzare in una chiesa di Madrid, commissionato a Canova nel 1806. La data è riportata accanto al nome dello scultore, mentre accanto alla firma dell’incisore Pietro Fontana compare l’anno 1807. Le circostanze della commissione del foglio sono state ricostruite da Hugh Honour (1993, pp. 16-17). Mi pare significativa la coincidenza con il pagamento rilasciato a Bernardino Pistrucci, in data 20 novembre 1807, per aver eseguito un disegno con “il deposito della ma.sa S.ta Crux con l’urna e tutta l’architettura che vi è annessa”. L’incisione rappresenta quindi una testimonianza della prima versione del monumento; quella definitiva fu incisa per conto di Canova da Pietro Fontana nel 1817 (Cfr. Edizione Nazionale, tomo II, pp. 1206-1207 doc. XIII).

Come molti collezionisti di opere di Canova, il conte Luigi Tadini si era sforzato di documentare tutti i generi nei quali lo scultore si era impegnato. Il monumento a Vittorio Alfieri, insieme a quello a Maria Cristina d’Austria, era considerato tra le più significative rappresentazioni del “bello sepolcrale“.

M. Albertario

Per saperne di più

H. Honour, Canova e l’incisione, in Canova e l’incisione, catalogo della mostra (Roma, Istituto nazionale per la Grafica, Calcografia, 11 novembre 1993 – 6 gennaio 1994; Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, 19 gennaio – 24 aprile 1994) Vicenza 1993, pp. 11-22.

R. Pezzini Bernini, in Canova e l’incisione, catalogo della mostra a cura di G. Pezzini Bernini e F. Fiorani (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, Calcografia, 11 novembre 1993-6 gennaio 1994; Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archivio, 19 gennaio-24 aprile 1994), Vicenza 1993, pp. 177-180 scheda XLVIII.

P. Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova. Lettere inedite della fondazione Canova di Possagno, Padova 2000.

M. Albertario, in Antonio Canova nelle collezioni dell’Accademia Tadini, a cura di M. Albertario, Milano 2010, pp.192-200 cat. III.24.