Autore: Giorgio Oprandi (Lovere, 1883-1962)

Data: 1915-1916 circa

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 62x72 cm

Inventario: P 455

L’anziana donna e il bambino che compongono l’opera conosciuta con il titolo I Rimasti testimoniano la riflessione di Giorgio Oprandi sul tema della prima guerra mondiale. Rispetto all’Alpino morente (Lovere, Sacrario dei caduti) il tema è affrontato con il linguaggio proprio del realismo sociale adottato dall’artista soprattutto nella fase giovanile, così scarsa – oggi – di testimonianze materiali. Non sfugge alla critica il significato che sta alla base dell’accostamento tra vecchiaia e infanzia, passato e futuro rappresentati dai “superstiti della bufera che s’è abbattuta sulla povera casa del combattente caduto per la Patria: la nonna dalle occhiaie colme di angoscia che si stringe in un atteggiamento di protezione al nipotino roseo, ignaro della sua sorte drammatica” (Bonfadini 1931).

La dimensione intima e privata della tragedia bellica che permea I Rimasti si allontana dalle opere dipinte direttamente da Oprandi alpino sul fronte di guerra, dove la riproduzione delle cime innevate dell’Adamello, punteggiate dalle sagome dei soldati, rendono il paesaggio protagonista indiscusso dell’opera e correlativo oggettivo del conflitto mondiale.

Secondo la testimonianza di Gino Angelico Scalzi (Scalzi 2003)  le dimensioni dell’opera in un primo momento erano maggiori: “Raccontava il pittore a chi scrive che il dipinto, in origine di dimensioni assai maggiori delle attuali, raffigurava con accenti melodrammatici la consegna da parte del postino di un telegramma annunciante la morte in guerra di un componente della famiglia. «Troppo grande e troppo chiassoso» affermava Oprandi, che dopo un ripensamento decideva di ridurre drasticamente la scena eliminando postino, telegramma, mobili, gatto, ecc.”. L’opera appare però già in questa forma alla prima esposizione personale di Oprandi del 1921 allestita presso la Galleria Pesaro di Milano, dove viene riprodotta anche nel catalogo come una delle tele più rappresentative della carriera del pittore. Nel 1922 I Rimasti entra a far parte della collezione dell’Accademia Tadini.

Silvia Capponi

(si ringrazia Gianluigi Bonomelli per la fotografia)


Per saperne di più:

Mostra individuale di Giorgio Oprandi, prefazione di G. Marangoni, catalogo della mostra, (Milano, Galleria Pesaro, maggio-giugno 1921), Alfieri & Lacroix, Milano [1921]

Mostra personale del pittore Giorgio Oprandi, prefazione di N. Bonfadini, catalogo della mostra, (Bergamo, Palazzo del Comune di via Tasso, 1931), Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo [1931], p. 7

M. Lorandi, Giorgio Oprandi, Grafica e Arte Bergamo, Bergamo 1987, pp. 38 ill., 84.

G. A. Scalzi in Crescit Eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi destinate al fondo per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, catalogo della mostra, (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio-31 agosto 2003), Grafica & Arte, Bergamo 2003, pp. 14, 56 ill.