Autore:

Data: maggio-giugno 1921

Tecnica e supporto:

Dimensioni:

Inventario:

Il 28 maggio 1921 inaugura a Milano presso la Galleria Pesaro la prima mostra personale di Giorgio Oprandi, che si svolgerà fino a giugno riscuotendo grande successo di critica e di pubblico. Nelle recensioni delle testate nazionali ricorre il tema dell’artista solitario il cui nome emerge dall’anonimato con la forza di una pittura che viene vista come una rivelazione: «Un nome, che di per sé solo, dice poco. Udendolo, i più possono legittimamente chiedersi: “Chi è costui?”, senza incorrere in colpa grave di ignoranza. La colpa, se mai, è dell’Oprandi, che tutto chiuso nella sua cara solitudine provinciale, tutto inteso al suo lavoro e preso dall’amore del suo lavoro, si è data fin qui una gran briga per maturare in sé l’artista, ma non si è data alcuna pena per mettersi prima di oggi in evidenza. Oggi, a chi interroga il suo passato d’oscurità e di modestia, risponde con le sue opere» (Esposizioni d’arte 1921, p. 2).

Guido Marangoni, a cui spetta la prefazione del catalogo dell’esposizione, sottolinea l’intuizione vincente del gallerista Lino Pesaro, “salito anche lui alla clausura di Giorgio Oprandi per conoscere l’artista nemico delle esposizioni, del chiasso reclamistico e del facile guadagno” (Marangoni 1921a). Pesaro, proprio per evidenziare l’eterogeneità della produzione artistica di Oprandi, seleziona per l’antologica sessantacinque opere che documentano la produzione di Oprandi dai primi anni Dieci (Il Figlio di Caino) attraverso la parentesi della Prima Guerra Mondiale (I rimasti) fino agli esiti più recenti (La Primula). È però il genere del paesaggio a dominare le sale della galleria milanese, a partire dalle vedute dell’Adamello – tra cui va ricordata la monumentale tela de La Battaglia bianca -, di Bergamo, della campagna romana, della Val Camonica o di Lovere.

Tra le opere esposte figurano sei studi di nudo e sei teste a pastello, che testimoniano l’attenzione di Oprandi per la tecnica del disegno, e una scultura intitolata Pensose.

La mostra alla Galleria Pesaro rappresenta uno spartiacque nella conoscenza dell’attività di Oprandi, che da questo momento verrà seguita con sempre maggiore interesse dalla critica. L’attenzione rivolta al suo percorso artistico a partire dagli anni Venti ha però lasciato in ombra la produzione di Oprandi che dal primo decennio del Novecento giunge alle soglie del conflitto mondiale, periodo che dovrà essere ancora oggetto in futuro di una serie di approfondite ricerche.

Silvia Capponi


Per saperne di più:

B., Cronache, in «Emporium», vol. LIII, n. 318, giugno 1921, pp. 337-338.

Esposizioni d’arte. Giorgio Oprandi, in «Corriere della Sera», anno 46, n. 128, 29 maggio 1921, p. 2.

G. Marangoni, Giorgio Oprandi, in Mostra individuale di Giorgio Oprandi, catalogo della mostra, Alfieri & Lacroix, Milano 1921a.

G. Marangoni, Le ultime esposizioni, in «La cultura moderna», anno XXX, n. 7, luglio 1921b, pp. 385-391.

A. Pinetti, La mostra individuale di Giorgio Oprandi alla galleria Pesaro, in «L’Eco di Bergamo», anno XLII, n. 124, 30 maggio 1921, p. 4.