La Biblioteca storica del conte Luigi Tadini, inserita nel percorso museale, fa da raccordo tra lo spazio espositivo e gli appartamenti privati. L’ambiente presenta una sobria decorazione sul soffitto composto da fogli in carta applicati su tela come gli altri della Galleria eseguita da Luigi Dell’Era. Particolare importanza assume l’arredo, costituito da quattro armadi in stile Impero in legno dipinto e dorato destinati ad accogliere i libri, e le collezioni numismatiche e di grafica nella parte inferiore; il grande tavolo centrale in stile Direttorio rende più agevole la consultazione. L’oggetto più curioso è probabilmente una sedia, la cosiddetta “Scalascranna”, oggetto di “design” progettato dal modenese Sebastiano Salimbeni, nipote del conte e architetto del palazzo, utilizzabile sia come sedile, sia come scaleo per accedere ai piani alti degli scaffali.
Due sculture in legno esibiscono un cartiglio con una citazione tratta da Seneca che avverte il lettore che i libri sono destinati “Usu, non luxu”, come spiega il conte Tadini nella Descrizione generale dello Stabilimento dedicato alle Belle Arti in Lovere (Milano 1828):
“Non magnificenza di edizioni, non numero sterminato di libri formano il pregio di questa libreria, ma bensì la scelta di buone opere, in lingue antiche e moderne, adatte particolarmente all’istruzione della gioventù, e formanti circa sette mila volumi, consacrati all’uso e non al lusso”.
Il patrimonio librario ammonta attualmente a 4.600 opere, così suddivise: 2162 volumi antichi (ante 1830), che comprendono tra l’altro cinque incunaboli, 260 Cinquecentine, 400 edizioni del XVII secolo, 1200 edizioni del XVIII e 297 volumi ante 1830; i rimanenti sono in gran parte ottocenteschi.
All’osservatore attento non sfuggirà che gli armadi della biblioteca sono scanditi da lettere dell’alfabeto, da A ad O, che corrispondono ad una divisione dei volumi per materie. L’antico ordinamento è restituito dal Catalogo alfabetico degli autori opere dei quali esistono nella Biblioteca Tadini e dal Catalogo delle opere esistenti nella Biblioteca Tadini compilati entro il 1829, e successivamente aggiornati da don Paolo Macario.
Quei due documenti naturalmente non restituiscono la totalità del contenuto, implementato con i volumi acquistati o lasciati da don Paolo Macario e con successive, seppur minime acquisizioni (significativo il nucleo di prime edizioni dannunziane) per cui una verifica attraverso il catalogo del Polo Regionale Lombardo del Servizio Bibliotecario Nazionale, al quale la Biblioteca storica ha aderito nel 2012, è opportuna e necessaria.
La consultazione avviene su appuntamento contattando la direzione del Museo.