De Carolis interpreta D’Annunzio. Tinulla interpreta D’Annunzio

E’ proposto per la prima volta al pubblico un prezioso nucleo di edizioni di opere di Gabriele D’Annunzio (Pescara, 1863 – Gardone, 1938) tra le quali alcune prime edizioni, acquistato appositamente per la biblioteca dell’Accademia Tadini da Enrico Scalzi, che ne fu direttore (dal 1920 al 1951). I volumi, oltre ad offrire uno spaccato della cultura loverese nel terzo decennio del secolo (un riflesso si può cogliere anche nella decorazione di gusto “dannunziano” di alcune delle Ville di Bossico), sono preziosa testimonianza del sodalizio che legò D’Annunzio ai suoi illustratori Adolfo De Carolis, cui la mostra è significativamente intitolata, Giuseppe Cellini e Duilio Cambellotti. Il percorso dei tre illustratori appare significativo di quella attenzione che la cultura italiana di inizio secolo riservava all’illustrazione libraria, in particolare attraverso il recupero della xilografia. Per questo motivo si è voluto accostare agli illustratori storici l’opera di una giovane artista contemporanea, Arianna Tinulla, che con il proprio lavoro ha creato una interpretazione di grande suggestione e grande delicatezza dei tempi, dei luoghi e degli oggetti dell’Immaginifico. Un’installazione che cade sui libri, come le gocce di pioggia nel pineto.

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