Porcellane europee nella collezione Tadini (sala IX, vetrina VII)

Da Capodimonte alla Real Fabbrica di Porcellana di Napoli

 

 Napoli, Real Fabbrica di Capodimonte; Giovanni Caselli (decoratore)

1. Sei  tazze da caffè con piattino con scene di porti, paesaggi e figurine all’orientale, 1750 ca., porcellana, H 50 – H 55

La Reale fabbrica di porcellana di Capodimonte, fondata nel 1743, rappresenta forse la più significativa tra le iniziative assunte da Carlo I di Borbone per fare di Napoli una capitale dal respiro europeo. Ispirata al prestigioso modello di Meissen, Capodimonte si impone da subito per la capacità organizzativa dei suoi direttori, che coordinano il lavoro degli artigiani secondo un progetto unitario. Il garbato gusto rocaille che impronta le sue produzioni è ben documentato dalle tazze da caffè acquistate dal conte Tadini. L’uso di toni teneri e sfumati, come il violetto, il verde smeraldo, il rosso aranciato e il cremisi con sensibili richiami alla moda dell’esotico della piena stagione rococò francese ha suggerito un riferimento al decoratore Giovanni Caselli. Re Carlo era talmente legato alla manifattura che quando lascia Napoli nel 1759 la chiude, distruggendo persino i forni, e porta con sé gli artigiani per aprire una fabbrica analoga in Spagna nota come “il Buen Retiro”.

 

Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea

2. Coppia di anfore con centauri e danzatrici, 1782 ca., porcellana, H 137, 138

3. Tazza e piattino con scena bacchica a figure rosse su fondo nero, 1787 ca., porcellana, H 82

4. Due tazze con piattino con figure di acrobati, 1785 ca., porcellana, H 83- H 84

Nel 1771, Ferdinando IV decide la fondazione della Real Fabbrica Ferdinandea. per rinnovare i fasti della manifattura regia. Domenico Venuti, direttore tra il 1780 e il 1799, imprime alla fabbrica un nuovo corso attraverso il recupero sempre più attento delle fonti archeologiche: gli scavi di Ercolano, Pompei e Stabia (avviati tra il 1738 e il 1849) offrivano un repertorio inesauribile, divulgato da pubblicazioni illustrate. La fabbrica assume così un proprio carattere, allontanandosi dai modelli francesi e tedeschi: prestigiosi servizi di produzione napoletana sono inviati in dono ai sovrani di tutta Europa, corti contribuendo a diffondere il gusto per il ritorno all’antico.

Gli oggetti decorati con temi ‘archeologici’ erano di gran moda tra i viaggiatori in cerca di un ricordo del loro soggiorno nel Regno: lo testimoniano le due tazze decorate con figure di acrobati, di raffinata eleganza, e quella decorata da una scena bacchica su fondo nero, probabilmente realizzate sull’onda della moda inaugurata dal servizio detto etrusco. I soggetti, copiati dal vero, delle antichità provenienti dagli scavi o dalla Collezione Farnese e conservate nelle raccolte reali, oppure le incisioni degli affreschi pubblicate ne Le Antichità di Ercolano Esposte (1757-1792).

Le due anforette sono decorate su un lato da miniature con Danzatrici e sull’altro rispettivamente con un Centauro cavalcato da una baccante e di una Centauressa che educa un giovane, tratti dagli affreschi della Villa cosiddetta di Cicerone: le pitture furono definite da Winckelmann “fluide quanto il pensiero e belle come se fossero fatte per mano delle Grazie”.

Napoli, Reale Fabbrica di Napoli

5. Servizio da caffé per 12 persone: tazze, piattini e zuccheriera decorati con vedute del Regno di Napoli (marca: “N”), 1790-1795 ca., H 56- H 67; H 68

 

Il servizio da caffè rappresenta un tipico prodotto della Real Fabbrica di Napoli. I decoratori si ispirano alle vedute di città e luoghi del Regno illustrati nelle incisioni del Voyage Pittoresque di Saint-Non (1781-1786).

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