La porcellana giapponese (Sala VIII, vetrina 3)

La porcellana giapponese

(vetrina 3, nn. 7-8)

Manifattura di Arita, Arita, prefettura di Hizen

7. Vasetto, Fine XVII – inizio XVIII secolo, H 450

8. Piatto da pompa, due esemplari, 1690 post – 1730 ante, H 435, H 436

Nel 1615 un vasaio coreano, Ri Sanpei, arriva nel nord Kyusyu e trova un deposito di caolino in un posto chiamato Izumiyama nella città di Arita, in Giappone. Nel 1616 si inizia a produrre porcellana a Kami-Shirakawa Tengu.

All’inizio del XVII secolo, circa nel periodo Kan-ei, il vasaio Sakaida Kakiemon di Arita sviluppa una nuova tecnica di smalto utilizzando differenti colori, conosciuta come Akae. La porcellana proveniente da quest’area, commercializzata dalla Dutch East India Company, ha molto successo in Europa. Dal momento che veniva spedita dal porto di Imari (Saga prefettura), è nota anche come porcellana Imari.

La decorazione asimmetrica, l’impaginazione ricercata e la delicatezza e precisione con la quale sono resi i fiori distinguono le produzioni giapponesi da quelle cinesi.

 

 

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