L’Istituto di belle arti Tadini comprendeva, accanto alla Galleria, scuole di musica e di disegno. Le Scuole Tadini erano le uniche del genere, in una vasta zona comprendente le vicine valli ed il lago d’Iseo e per oltre un secolo fornirono un valido sussidio a tanti giovani per affermarsi come pittori, musicisti, disegnatori industriali ed artigiani.

I piani di studio prevedevano “elementi di architettura civile, ornato, principi di figura, di meccanica, volendo che questa Scuola sia principalmente un ramo d’istruzione per la formazione di artisti abili ad operare con principii di sicurezza le loro manifatture, ragionate con bellezza, comodità e robustezza”. Una vera scuola insomma di artigianato artistico per edili, mobilieri e tecnici che avrebbero successivamente operato per tutto l’Ottocento in una larga zona di territorio, nel contesto di quel mondo industriale che si veniva formando in Lombardia.

A quel primo periodo risalgono le raccolte di gessi e di modelli didattici, i repertori per l’insegnamento del disegno e un nucleo di disegni degli allievi. Questo patrimonio, di grande interesse per la storia dell’educazione, è attualmente in corso di catalogazione.

Nel corso degli anni, con la crescita degli insediamenti industriali, l’Accademia istituiva, nel 1866 e per vari anni successivi, sezioni domenicali e serali di disegno per operai, frequentate in maggioranza da fabbri, falegnami, muratori, ed ancora, nel 1954 una sezione di Disegno di macchine durata sino al 1968 quando cioè venne istituito in Lovere l’ITIS, Istituto tecnico che contempla l’insegnamento della stessa materia.

La scuola di Disegno, trasformata in Scuola di Pittura dal 1967 al 1983 con i corsi del pittore Beppe Grimani, fu in seguito chiusa in concomitanza con l’istituzione dei licei artistici.

Carnevali
(prima metà XIX secolo)
Foglia d’acanto (da una stampa di Giocondo Albertolli, 1782)
China acquerellata
38 x 32,3 cm
inv. B 338

Carnevali
(prima metà XIX secolo)
Foglia d’acanto 
China acquerellata
32,5 x 27,4 cm
Inv. B 350

Raffaello Morghen (Portici 1758 – Firenze 1833)
Giovanni Volpato
Apollo del Belvedere
(da: Principij del disegno tratti dalle più eccellenti statue antiche pubblicati ed incisi da Giov. Volpato e Raffaele Morghen, Roma 1786)
Bulino
50×36 cm
inv. C 419 Q

Leonardo Berizzi
(prima metà XIX secolo)
Apollo del Belvedere
(copia dalla stampa di R. Morghen, G. Volpato, 1833)

China su carta
58 x 44 cm
inv. B 392

Giovanni Cretti
(prima metà XIX secolo)
Motivi decorativi a girali d’acanto con uccellino e testa di cavallo, 1833
Acquerello su carta
27,5×43 cm
Inv. B 342

Giovanni Cretti
(prima metà XIX secolo)
Origine del capitello corinzio, 1833
Acquerello su carta
40×51,5 cm
Inv. B 390

Foglia d’acanto
Gesso
26×17 cm
Inv. N 50

Foglia d’acanto
Legno
Inv. N 25