Autore: Cesare Tallone (Savona, 1853 – Milano, 1919)

Data: 1892 circa

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 43x34 cm; 61x52 cm con cornice

Inventario: P 489

La tela dell’Accademia Tadini, nsieme ad una tavola di collezione privata (21,5×11 cm), rientra nelle fasi preparatorie del celebre ritratto dedicato a Giovanni Battista Zitti (Lovere 1942-1904), uno tra i capolavori del pittore per la capacità di restituzione della complessa personalità del personaggio, presente alle principali esposizioni dedicate al pittore. Nel bozzetto Giovanni Battista Zitti è ritratto seduto in poltrona, a mezzo busto, con immediatezza, e connotato grazie agli elementi propri del decoro del ritratto maschile borghese: la giacca scura sbottonata, la camicia bianca, il gilet, la catena d’oro dell’orologio. Il ritratto limiterà le connotazioni ambientali concentrandosi sulla restituzione della psicologia del personaggio, del quale restituisce l’aria sorniona.

E’ possibile che Zitti sia intervenuto a sostegno del pittore all’inizio degli anni Novanta, segnati da preoccupazioni familiari e da un momentaneo incrinarsi dei rapporti con la Commissaria dell’Accademia Carrara. Certo è che il Ritratto (olio su tela, 96×67 cm, collezione privata) reca una significativa dedica: “All’amico Zitti – C. Tallone fece Bergamo 1892”.

Il bozzetto loverese reca invece una dedica “Ai cognati. Il Barba / riconoscente / Lovere 5 aprile 1903” che attesta la provenienza dalle raccolte di famiglia (proviene, infatti, attraverso il legato di Francesco Zitti, dalla casa del fratello di Giovanni Battista, Felice).

Del ritratto si conosce una seconda versione autografa, in formato leggermente minore (olio su tela, 78×56 cm) già in collezione Camplani, dalla quale è stata tratta una copia, riferita a Laura Campana, moglie dell’allievo Francesco Domenighini (Lovere, Accademia Tadini).

L’importanza di Giovanni Battista Zitti nella società loverese e la sua rete di relazioni fa sì che la sua immagine si moltiplichi – attraverso tra repliche e copie – in un processo che coinvolge Tallone e i suoi allievi.

L’assidua presenza di Tallone a Lovere a partire dagli anni ’90 trova conferma nella corrispondenza tra gli allievi Romeo Bonomelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo, valorizzata da Elena Lissoni (2023): “Il sig. Professore è tornato ieri da Lovere dove passò due mesi assieme a tutta la sua famiglia” scriveva Bonomelli all’amico nell’ottobre 1891. Tallone è di nuovo a Lovere nell’aprile 1892, a luglio visita l’esposizione dei disegni di fine corso degli allievi dell’Accademia Tadini (Echi della provincia. Accademia, «L’Unione», a. II, n. 157, 8-9 luglio 1892, p. 3), ancora nell’autunno del 1894 e nel 1899, quando la figlia Irene è ospite di amici.

Il ritratto su specchio, con una dedica all’avvocato bresciano Cesare Nova, oltre a confermare le relazioni con intellettuali bresciani che condividono il passato garibaldino e l’orientamento politico come Cesare Quarenghi, primo direttore del Museo del Risorgimento di Brescia, il poligrafo Demetrio Ondei, il tenore Francesco Pasini,  – quest’ultimo ritratto da Tallone – conferma la condivisione del clima amicale che circonda lo Zitti e i suoi ospiti a Caprera.

I ritratti prodotti a Lovere sono destinati alla famiglia Zitti e alle altre famiglie loveresi ad essa strettamente legate: il ritratto di Francesco Ranzanici (1892 circa), quelli di Fedele Zitti Volpi, sorella di Giovanni Battista, firmato e datato, e del figlio Girolamo Volpi detto “Momolo”, entrambi del 1893, e un Ritratto di Angelico Scalzi (tutti in collezioni private), amico di famiglia, poi protagonista di un celebre ritratto di Giovanni Trussardi Volpi.

In coincidenza con l’allontanamento di Tallone da Bergamo per il passaggio all’Accademia di Brera si datano invece il Ritratto di Andrea Ventura Gregorini, firmato “C. Tallone ‘97” (collezione privata), quindi il Ritratto maschile e il Ritratto femminile, firmati e datati 1898 (collezione privata), insieme ad un Ritratto di Francesco Domenighini, non reperito, questi ultimi corredati da un’iscrizione che li ricorda dipinti a Caprera, la residenza di Giovanni Battista Zitti a Bossico.

Il 29 giugno del 1919 il giornale «Il Mondo» dedicava un ricordo a Cesare Tallone appena scomparso ripercorrendone la carriera, ma soffermandosi su di «una delle più significative raccolte [esistente] presso una casa signorile di Lovere, [dove] non soltanto il compianto artista emerge nel ritratto, ma anche nel paesaggio con certi quadri pieni di colorito e di luce che dimostrano come egli sapesse vittoriosamente provarsi nei soggetti più disparati» (Un illustre pittore scomparso, «Il Mondo», a. V, n. 26, 29 giugno 1919, p. 10). Ancora nel 1965 lo scrittore bergamasco Geo Renato Crippa rievoca una visita del pittore all’altipiano di Bossico, che colloca successivamente al 1890, quando è accolto dalla «banda degli amici loveresi, guidati dai Gregorini, dai Bazzini e dagli Invernizzi» (G.R. Crippa, Scapigliatura bergamasca – Fantasia Talloniana, «La Rivista di Bergamo», a. XIV, n. 4, aprile 1963, p. 20).

Marco Albertario


Per saperne di più:
G.A. Scalzi, Regesto generale delle donazioni e acquisizioni dal 1878 al 2003, in Crescit eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi destinate al fondo per la Galleria d’arte moderna e contemporanea, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio – 31 agosto 2003), ), Lovere 2003, p. 122
G. Tallone, Cesare Tallone, Milano 2005, p. 41
M. Albertario, Per Lovere e per Tallone: un progetto di ricerca, in Cesare Tallone. Ritratti di società, a cura di M. Albertario, E. Lissoni, S. Capponi, Bergamo 2023, pp. 2-15
E. Lissoni, Cesare Tallone a Bergamo e a Lovere, in Cesare Tallone. Ritratti di società, a cura di M. Albertario, E. Lissoni, S. Capponi, Bergamo 2023, pp. 110-133
S. Capponi, E. Lissoni, Regesto delle opere, in Cesare Tallone. Ritratti di società, a cura di M. Albertario, E. Lissoni, S. Capponi, Bergamo 2023