Autore: Giovanni Trussardi Volpi (Clusone, 1875 - Lovere, 1921)

Data: 1905-1910

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 112 x 112 cm

Inventario: P 588

Oltre ricoprire il ruolo di direttore dell’Accademia Tadini tra il 1920 e il 1951, Enrico Scalzi (qui accanto in una fotografia del 1911) fu anche un abile violoncellista, noto soprattutto per aver fatto parte, insieme a Dino Giustini e Giuseppe Macario, del cosiddetto “Trio di Lovere”, coraggioso progetto nato negli anni Venti del secolo scorso, e per aver avviato nel 1927 la prestigiosa Stagione dei concerti dell’Accademia Tadini.

Giovanni Trussardi Volpi ritrae Enrico Scalzi proprio mentre suona il violoncello, con lo sguardo che pare concentrato allusivamente su uno spartito posto al di là della tela. Il dipinto è sviluppato attraverso una composizione e una sensibilità cromatica memore dell’insegnamento di Cesare Tallone, di cui Trussardi Volpi era stato allievo negli anni di frequentazione dell’Accademia Carrara, periodo che conclude la fase di formazione iniziata nelle aule delle scuole di disegno di Clusone e dell’Accademia Tadini. Lontano ancora dalla pennellata vitalistica della lezione di Antonio Mancini l’opera è stata collocata dalla critica intorno alla metà del primo decennio del Novecento.

Il debito del dipinto nei confronti della lezione talloniana era già stato sottolineato da Fernando Rea, che in occasione della mostra del 1998 dedicata a Trussardi Volpi, scriveva: “Trussardi Volpi che ha la fortuna di partecipare a questo magico momento della scuola bergamasca ne trae tutti i vantaggi che lo portano ad acquisire una forza notevole nell’esecuzione della figura (sono validi esempi i due ritratti Scalzi) con l’ardito uso dei bianchi e, inoltre, fa vibrare di fremente vigore coloristico i valori della natura e gli umori atmosferici, in sintonia con il verismo talloniano in cui è celata l’avida ricerca della modernità” (Rea 1998).

Il Ritratto di Enrico Scalzi al violoncello è stato donato all’Accademia Tadini da Don Gino Angelico Scalzi nel 2003 per onorare la memoria e l’operato del padre Enrico. La significativa donazione riprende una tradizione iniziata già nel 1924, quando la famiglia Scalzi aveva ceduto all’Accademia anche il Ritratto di Angelico Scalzi, sempre di mano di Trussardi Volpi.

Silvia Capponi


Per saperne di più:

M.C. Rodeschini Galati, Giovanni Trussardi Volpi, in I pittori bergamaschi dell’Ottocento, vol. 3, Bergamo 1992, pp. 432-435.

F. Rea, Giovanni Trussardi Volpi pittore allievo di due grandi maestri, in Giovanni Trussardi Volpi. Un verista lombardo, catalogo della mostra (Clusone – Lovere, Città di Clusone – Accademia Tadini, 21 giugno – 30 agosto 1998), Lovere 1998, pp. 10-19.

Crescit Eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi destinate al fondo per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio – 31 agosto 2003), Bergamo 2003, pp. 42-43, 127.

S. Capponi, Giovanni Trussardi Volpi. Proposte per un percorso biografico e artistico tra fonti e modelli, in Giovanni Trussardi Volpi. Il colore irrequieto dell’anima, catalogo della mostra (Clusone, MAT – Museo Arte Tempo Città di Clusone, 22 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022) a cura di S. Capponi, S. Damiani, V. Raimondo, Milano 2021, pp. 27-35.

V. Raimondo, Giovanni Trussardi Volpi. Nuove prospettive d’indagine attraverso le carte d’archivio, in Giovanni Trussardi Volpi. Il colore irrequieto dell’anima, catalogo della mostra (Clusone, MAT – Museo Arte Tempo Città di Clusone, 22 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022) a cura di S. Capponi, S. Damiani, V. Raimondo, Milano 2021, pp. 19-25.