Autore: Manifattura veneziana

Data: Ultimo quarto del XVIII secolo

Tecnica e supporto: vetro

Dimensioni: variabili

Inventario:

I vetri alla tavola del conte Tadini

1. Bicchiere troncoconico, decorato a stelline incise a mola, due esemplari, H 504 – H 505

2. Calice con stelo a balaustro e coppa decorata a rotina con motivi zoomorfi e vegetali stilizzati, H 506.

Calice con stelo slesiano e coppa decorata a rotina con motivi vegetali (papaveri?) alternati a rosette, H 507.

Calice con stelo slesiano e coppa liscia, resa opaca da un’alterazione, H 508.

Calice con stelo slesiano e coppa molata alla base decorata a rotina con motivo di festoni e grappoli stilizzati., H 509.

3. Calice con stelo sagomato a sei facce, cosiddetto “slesiano”, sette esemplari (H 514 – H 520).

4. Calice con stelo sfaccettato, quattro esemplari (H 510 – H 513).

 

Alla fine del XVIII secolo sui mercati europei si impone la predilezione per i vetri di produzione inglese e boema, con modelli dalle fogge più massicce e lineari e tecniche decorative fino allora poco usate a Venezia, come l’incisione a rotina e la sfaccettatura.

Il successo di queste produzioni costrinse molte vetrerie in Europa ad adeguarsi per sostenere la concorrenza.

A Venezia si dovette modificare la composizione chimica per ottenere un vetro spesso e lucente, adatto ad essere decorato mediante incisione. Gli oggetti realizzati con il cosiddetto “vetro brillante ad uso di Boemia” ne riproducevano fedelmente forme e tecniche decorative, ma le creazioni muranesi ebbero una diffusione limitata al mercato interno.

 

5. Il servizio di bicchieri del conte Luigi Tadini

Bicchiere troncoconico “grande”, tre esemplari, H 467 – H4 69.

Bicchiere troncoconico “medio, sette esemplari, H 470 – H 476.

Bicchiere troncoconico “piccolo, o “da rosoglio”, diciassette esemplari, H 477 – H 493.

Calice, dieci esemplari, H 494 – H 503.

L’Inventario giudiziale compilato nel 1829 alla morte del conte Tadini trasmette un’istantanea del corredo vetrario di una casa aristocratica tra Sette e Ottocento. Erano presenti diversi servizi in vetro: 75 bicchieri, di cui 23 a calice; 43 bicchieri “da rosoglio, di cui 18 a calice; 16 bicchieri “da vino di Cipro”, di due misure diverse; 18 bottiglie, di cui 8 “con turaccioli”; n. 13 bottiglie di “cristallo nero”; n. 3 coppie di ampolline per l’olio e l’aceto.

Di quanto elencato sono giunti sino a noi cinquantotto bicchieri, di vario tipo, e due coppie di ampolline, legate ai servizi di terraglia e di porcellana.

Il bicchiere troncoconico decorato con una fascia dorata sul bordo era già diffuso alla metà del Settecento. Si trova infatti come elemento ritenuto originale di un déjeuner in porcellana della Manifattura Ginori, prodotto a Doccia probabilmente tra il 1745 e il 1750, ed è raffigurato nel dipinto La Toeletta, di Pietro Longhi (Venezia, Cà Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano) del 1760.


Per saperne di più:

T. Medici, Il servizio delle bevande e l’uso dei bicchieri e delle bottiglie a tavola, in A tavola con il conte. Porcellane europee della collezione Tadini, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, Lovere, Atelier del Tadini, 22 maggio – 28 agosto 2011), Lovere 2011, pp. 36-38.

T. Medici, I vetri alla tavola del conte, in A tavola con il conte. Porcellane europee della collezione Tadini, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, Lovere, Atelier del Tadini, 22 maggio – 28 agosto 2011), Lovere 2011, pp. 67-70, schede II.9-II.16.