Autore: Bernardino Campi (Reggio Emilia 1521 - Reggio Emilia 1591)

Data: 1572

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 170x112 cm

Inventario: P 75

“341. La Vergine col Bambino, e corona di angioli adoratori. Al basso la santa casa. Opera di Bernardino Campi, il quale vi appose il suo nome coll’anno 1572.”

Luigi Tadini, Descrizione generale dello Stabilimento dedicato alle Belle Arti in Lovere dal Conte Luigi Tadini cremasco, Milano 1828.

Il dipinto, firmato e datato «Bernardinus Campus crem[onensi]s f[ecit] 1572», fu realizzato per la chiesa dei minori conventuali di San Francesco a Cremona. Dopo la soppressione del convento nel 1798, l’opera fu incamerata dal demanio e acquistata nel 1811 dal marchese cremonese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone per conto di Luigi Tadini.

L’iconografia è quella tipica delle pale d’altare a soggetto lauretano e si ispira ai racconti di fondazione del santuario di Loreto. Circondata da un’aureola di luce e dalla gloria angelica, Maria appare a figura intera assisa su un trono di nubi sostenuto da due angeli in volo mentre cinge amorevolmente il piccolo Gesù, adagiato nel suo grembo e raffigurato in atteggiamento benedicente. Lo stile ricercato di Bernardino, caratterizzato da impianti compositivi semplici ma di grande impatto e da una stesura pittorica compatta e preziosa, si palesa non solo nel volto della Vergine e nel suo portamento aggraziato, ma anche nelle posture e nei panneggi elegantemente arricciati degli angeli, i quali sembrano danzare attorno al gruppo santo. Nella parte bassa della composizione spicca il prospetto di una chiesa collocata sopra una spoglia altura, oltre la quale si scorge una raffinata veduta marina definita da una serie di colline che degradano sulla sinistra verso una costa frastagliata: si tratta di una libera interpretazione della basilica della Santa Casa di Loreto, che ancora oggi si erge sulla sommità dell’antico monte Prodo dominando il paesaggio circostante fino al mare Adriatico.

Dal punto di vista stilistico e compositivo, quest’opera può essere accostata ad altre tele dipinte da Bernardino Campi nei medesimi anni, come l’Annunciazione della chiesa dei Santi Egidio e Omobono di Cremona, anch’essa realizzata nel 1572 per un ex altare lauretano, o la pala conservata nella chiesa parrocchiale di Frescarolo raffigurante la Madonna con il Bambino fra i santi Girolamo e Giovanni Battista datata 1574.

Il soggetto lauretano ha goduto, all’interno della bottega cremonese del Campi, di una notevole fortuna: va con ogni probabilità ascritta al seguace Cristoforo Magnani da Pizzighettone la copia grafica su carta bianca del dipinto di Lovere, conservata presso il Museo Civico «Ala Ponzone» di Cremona, mentre attribuita a Bernardino, ma con possibili interventi dell’allievo Giovan Battista Trotti detto il Malosso, è la Madonna di Loreto con i santi Antonino, Pietro Martire e un donatore del 1577, oggi nei Musei Civici di Como.

Simona Paglioli


Per saperne di più:

Descrizione generale dello stabilimento dedicato alle Belle Arti in Lovere dal conte Luigi Tadini cremasco, Milano 1828, p. 59, n. 341.

G. Spinelli, Dedicazioni alla Madonna di Loreto nell’Italia nordorientale, in Loreto crocevia religioso tra Italia, Europa e Oriente, a cura di F. Citterio, L. Vaccaro, Brescia 1997, p. 209.

I restauri del Tadini, a cura di G.A. Scalzi, Lovere 2000, pp. 136-137.

S. Paglioli, Pale d’altare a soggetto lauretano a Cremona nella seconda metà del XVI secolo: la Madonna di Loreto di Bernardino Campi, in «Strenna dell’ADAFA», n.s. III, 2013, pp. 115-129.

Il sacello della Santa Casa di Loreto. Storia e devozione, a cura di F. Grimaldi, Loreto 1991.

L’iconografia della Vergine di Loreto nell’arte, a cura F. Grimaldi, K. Sordi, Loreto 1995.

R. Miller, Bernardino Campi, in I Campi. Cultura artistica cremonese del Cinquecento, a cura di M. Gregori, Milano 1985, pp. 154-156

M. Tanzi, I Campi, Milano 2004.