Autore: Giorgio Oprandi

Data: 1925

Tecnica e supporto: pittura murale

Dimensioni:

Inventario:

Il palazzo di Ras el Tin, costruito nel XIX secolo per volere di Mohammed Ali, viene sottoposto negli anni Venti del Novecento a ampliamenti sotto la direzione dell’architetto marchigiano Ernesto Verrucci. Nelle sale del palazzo, improntate all’eclettismo, la cultura tradizionale araba si unisce a suggestioni europee che spaziano dal Rinascimento italiano allo stile Luigi XIV.

Per volontà di re Fuad I, nella decorazione intervengono artisti italiani: Giuseppe Amisani esegue soffitto, pannelli e lunette nel salone di ricevimento degli appartamenti della regina; Rodolfo Villani crea pannelli destinati allo studio del re e della sala da pranzo; a Giorgio Oprandi viene invece affidata la decorazione della sala dei ricevimenti  – soprannominata la “Rotonda” – per la quale esegue in due mesi dodici pannelli, tutti caratterizzati dalla solidità nel disegno e da una composizione vigorosa.

Otto dipinti ripercorrono temi legati all’operato di Mohamed Ali, figura che aprì l’Egitto al modello occidentale: la raccolta del cotone, la stampa libraria, il riposo, l’agricoltura, la chiusa del Nilo, la Marina, la costruzione della moschea di Mohammed Alì e l’irrigazione dei campi. Gli altri quattro pannelli rappresentano invece delle allegorie dell’Egitto: la bandiera egiziana, le madri che offrono i figli all’Egitto, la flotta che va verso la battaglia e la vittoria della Nazione.

Oprandi rievocando in un’intervista l’esperienza nel palazzo di Ras el Tin sostiene: «I grandi pannelli dovevano raffigurare le opere lasciate da Mahomet-Alì il Grande, antenato dell’attuale re, che aveva regnato al tempo di Napoleone I. Non le taccio che rimasi alcuni giorni perplesso e senza sapere come cominciare. Ma poi le concezioni si seguivano rapidamente e si traducevano sulla tela. […] Ebbi come modelli i soldati della guardia reale, che mi furono compagni giorno e notte; e prima dell’epoca fissata i quadri erano pronti…so che sono piaciuti. Il re mi onorò di una sua visita nello studio, e fu soddisfatto del lavoro. Li collocai al loro posto e…partii…» (Conversando 1925, p. 3).

Allo stato attuale delle ricerche si conoscono solo due bozzetti dei pannelli eseguiti da Oprandi a Ras el Tin, entrambi in collezione privata. Il primo rappresenta la raccolta del cotone, mentre il secondo raffigura un nudo di donna con accanto una pala, probabile simbolo di costruzione dell’Egitto moderno.

Silvia Capponi


Per saperne di più:

Conversando con Giorgio Oprandi, in «L’Eco di Bergamo», anno XLVI, n. 170, 25 luglio 1925, p. 3.

M. Lorandi, Giorgio Oprandi, Grafica e Arte Bergamo, Bergamo 1987, pp. 20.