L’Ottocento coincide a Lovere con un momento di grandi cambiamenti dal punto di vista politico, economico e culturale.
Idealmente, il punto di partenza si può far coincidere con il soggiorno di Lady Mary Wortley Montagu, tra il 1749 e il 1755, che lascia alcune interessanti tracce della sua presenza e della sua influenza intellettuale.
La fondazione dell’Accademia di belle arti Tadini, formalmente istituita il 12 maggio 1829, coincide con la riforma del Liceo Ginnasio e con la fondazione dell’Istituto delle Suore della Carità (dette “di Maria Bambina”) il 21 novembre 1832 da parte di Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa.

Le collezioni del Museo del Risorgimento nascono grazie alle donazioni di numerosi cittadini, tra i quali sono da ricordare Giovanni Battista Zitti e Enrico Banzolini. Le ricerche condotte in occasione della mostra “Viva l’indipendenza” hanno portato a una progressiva rilettura dell’Ottocento loverese attraverso le fonti archivistiche e i cimeli pervenuti, a partire dal 1915, nelle collezioni del Museo. Ne è scaturita una proposta di lettura del Risorgimento loverese che intreccia strettamente vicende politche, economiche, sociali e culturali.

I monumenti innalzati nelle piazze della cittadina sono i perni intorno ai quali ripercorrere le tappe di una lunga storia.

Concludono idealmente la sezione le figure di due viaggiatori. Dionigi Castelli, loverese per le origini familiari ma nato a Cremona, dona all’Accademia il proprio archivio, ricco di testimonianze inedite sui suoi viaggi in Europa e in Africa. Grazie alla sua generosità confluiscono all’Accademia anche alcuni cimeli del musicista Antonio Bazzini, pure di origini loveresi.

Giorgio Oprandi, considerato tra il 1927 ed il 1935 il principale “pittore delle colonie italiane”, si forma presso l’Accademia Tadini sotto la guida di Giovanni Battista Volpi ed è legato da un forte rapporto con l’istituzione, che grazie alla presenza del direttore Enrico Scalzi ne acquista e ne conserva  importanti opere.

Museo dell'Ottocento