Busto di Artemide, Busto di Livia

Autore: Filippo Tagliolini

Data: 1790 circa

Tecnica e supporto: porcellana biscuit

Dimensioni: h. 19,5x8x9 cm; 19,5x8x11 cm

Inventario: H 46, H 47

Alla Reale Fabbrica Ferdinandea e a Filippo Tagliolini vanno restituiti due piccoli busti segnalati al n. 8 dell’Inventario Giudiziale (1829) come “Due piccioli busti di marmo con piedestallo, uno cioè di donna, ed altro di uomo” (la confusione dei materiali è frequente in quell’atto affidato a persone non esperte). La cosiddetta Berenice dipende da un bronzo ora riconosciuto come Busto di Artemide (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 5592) pubblicato anche nelle Antichità di Ercolano 1767, tavv. 63-64. Il presunto ritratto virile era conosciuto a fine Settecento come Ritratto di Marco Emilio Lepido (III.8), ma oggi identificato come Ritratto di Livia, dipende invece da un marmo rinvenuto sulla strada di Gragnano presso Stabia.

Circa la datazione, soccorre il confronto con gli esemplari conservati presso il Museo delle Porcellane a Palazzo Pitti, inventariati per la prima volta nel 1795 (D’Agliano 1986, pp. 165 n. 173, e 168 n. 179). Rispetto agli esemplari fiorentini montati su basi in legno, i busti loveresi presentano un basamento in biscuit analogo a quello degli esemplari noti della serie napoletana. Una proposta di datazione entro il 1795 spinge a chiedersi se i due esemplari non siano da identificare con le repliche di quelli prodotti per accompagnare il “dessert da sessanta coverti” al quale apparteneva anche lo straordinario Giudizio di Paride (Caròla-Perrotti in Museo Nazionale 2006, pp. 43-46, dove però i due modelli qui citati non compaiono).

Marco Albertario


 

Per saperne di più:

A. d’Agliano, Le porcellane italiane a Palazzo Pitti / Italian Porcelain in Palazzo Pitti, Firenze 1986, pp. 165 n. 173, e 168 n. 179

A. Caròla-Perrotti in Museo Nazionale di Capodimonte. Ceramiche, porcellane, biscuit, terraglie, maioliche, Napoli 2006, pp. 43-46

M. Albertario, Il Giudizio e il gusto, in A tavola con il conte. Porcellane europee della collezione Tadini, catalogo della mostra (Lovere, 22 maggio-28 agosto 2011), Lovere 2011, pp. 96-102, schede III.7, III.8

I modellatori delle fabbriche di porcellana di Napoli

(Sala IX, vetrina I)

Reale Fabbrica di Napoli, da un modello attribuito a Filippo Tagliolini

2. il Ritratto di Lady Hamilton come Diana, 1790-1795, H 571

A Filippo Tagliolini, responsabile dal 1780 della Galleria del modello, si devono il grandioso gruppo con il Giudizio di Paride (esposto nella sala VII), i due biscuits con Berenice e Marco Emilio Lepido, copie dall’antico nate come elementi di un dessert (la decorazione plastica che arricchiva in tavola il servizio di piatti) eseguito tra il 1790 ed il 1795 e il medaglione con il ritratto di Lady Hamilton ispirato ad un cammeo di Teresa Talani.

 

Napoli, Reale Fabbrica Ferdinandea

3. Figura di orientale, 1790-1800 ca., biscuit, H 37

 

Napoli, Reale Fabbrica Ferdinandea; Giovanni Schettino (attribuito a), modellatore.

4. Figura di gentiluomo, firma: “S” incisa sotto la base, 1784-1788 ca., porcellana, H 25

Figura di dama, 1780-1800 ca., porcellana, H 26

Giovanni Schettino, uno dei migliori allievi di Francesco Celebrano, affiancava alla sua attività di modellatore all’interno della Real Fabbrica quella di autore di figure da presepio. La presenza della sigla “S” sotto il basamento e il confronto con un’altra statuetta con Figura di gentiluomo della collezione Tadini attribuito al modellatore Giovanni Schettino per la Reale Fabbrica di Porcellana di Napoli, permettono di attribuirgli anche la Figura di dama,  fino ad ora genericamente riferita alla Fabbrica di Capodimonte.

 

 Carlo Amatucci

(documentato dal 1790 al 1819)

5. Testa di cavallo (copia da Donatello, testa Carafa), terracotta, ultimo quarto del XVIII secolo ca., F 15


 

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