Autore: Ernesto Quarti Marchiò (Bergamo, 1907-1982)
Data: 1936
Tecnica e supporto: olio su tela
Dimensioni: 100x80 cm
Inventario: P 524
Autore: Ernesto Quarti Marchiò (Bergamo, 1907-1982)
Data: 1936
Tecnica e supporto: olio su tela
Dimensioni: 100x80 cm
Inventario: P 524
Dono Elisa Seghezzi Marchiò, 1992.
Artista formatosi alla scuola dell’Accademia Carrara “nella dialettica prosecuzione dell’insegnamento di Cesare Tallone praticata da Ponziano Loverini”, Ernesto Quarti Marchiò assorbe, fin dagli anni dell’apprendistato, l’intensa poetica del maestro di nascita savonese “fino a comprenderne appieno il significato pittorico, che vuole la forma costruita dal colore e dalla luce” (Fagone 1997, p. 8; Rea 1992, p. 6).
La tela dell’Accademia Tadini si colloca poco tempo dopo quel 1934, che è l’anno della sua grande affermazione, con tre mostre che lo consacrano a livello nazionale: la rassegna allestita alla Permanente di Bergamo, che impressiona i critici locali e gli schiude orizzonti extra cittadini; l’esposizione tenuta nella galleria di Augusto Jandolo a Roma, con un successo di pubblico che lo segue nello studio aperto nello stesso anno in via Margutta; e la II° Mostra Internazionale d’Arte Coloniale organizzata dal regime nel Maschio Angioino a Napoli, a cui partecipa con due opere acquistate nell’occasione da Gaetano Marzotto.
Il nostro dipinto, nel corpus di Quarti, appartiene al momento di riflessione immediatamente precedente la svolta del 1937, con un’evoluzione coloristica che schiarisce la tavolozza e un tratto più sintetico nella figurazione. Tratti che già coinvolgono l’effigie dello Zibetti con la figlia – pur accesa dall’esplosione dell’arancione e del giallo negli abiti dei protagonisti –, e che si esplicheranno nelle nuove opere presentate nel 1938 alle mostre sindacali di Bergamo e Milano (per cui Rea 1990, p. 28).
Il pittore deporrà il “colorismo prorompente” della prima fase, giocata in sintonia con la tradizione verista di fine Ottocento, trasmessogli dal maestro, in favore di “un tocco più lieve e colori più tenui”, “delicata sensibilità e meditata freschezza di morbidi toni”, in una soluzione che si pone in quegli anni in antitesi agli esiti della proposta del gruppo di Novecento (Rea 1997, pp. 11-12).
L’opera in questione riflette già parte delle caratteristiche di “ingenua freschezza” e “vivacità tonale” (Rea 1990, p. 29) di quelle effigi, di Bambina (ora Bergamo, GAMeC) e di Collegiali, quest’ultima purtroppo dispersa, che gli varranno la medaglia per il ritratto alla Biennale di Venezia del 1940.
Il modulo compositivo, con il dettaglio del cagnolino, pur di diversa razza, ai piedi del genitore, sarà replicato da Quarti Marchiò nel Ritratto di famiglia presentato al IV Premio Bergamo nel 1942 (ill. in Bossaglia, Rea 1990, p. 17).
Il quadro del museo di Lovere è stato esposto a diverse rassegne commemorative del lavoro del pittore nel decennio precedente il dono da parte della vedova, Elisa Seghezzi Marchiò (Crescit Eundo 2003, pp. 75, 125): Bergamo, Galleria d’Arte Bergamo, 1983; Milano, Palazzo della Permanente, 1990; Bergamo, Galleria Lorenzelli, 1992. Nel caso della prima manifestazione, curata a un anno dalla morte dell’artista dall’amico scultore Stefano Locatelli, seppure il dipinto non compaia nella selezione di immagini che illustrano il piccolo catalogo, è il pezzo prescelto per la presentazione della mostra, composta da una trentina di opere, sul quotidiano cittadino da parte di Lino Lazzari (Lazzari 1983).
Roberta Grazioli, Bergamo 2022
Bergamo, Galleria d’Arte Bergamo, 1983; Milano, Palazzo della Permanente, 5-28 ottobre 1990; Bergamo, Galleria Lorenzelli, 20 febbraio-14 marzo 1992; Lovere, Accademia Tadini, Crescit Eundo, Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio-31 agosto 2003.
Inventari e cataloghi
L. Tadini, Descrizione generale dello stabilimento dedicato alle belle arti in Lovere dal conte Luigi Tadini cremasco, Milano1828, p. 35, n. 165.
L. Tadini, Descrizione generale dello stabilimento dedicato alle belle arti in Lovere dal conte Luigi Tadini cremasco, Bergamo 1837, p. ***, n. ***.
Catalogo della Galleria Tadini, Lovere 1903, p. 29, n. 246.
E. Scalzi, Catalogo dei quadri della Galleria Tadini, Lovere 1929, p. 76, n. 246.
G. A. Scalzi, La Galleria Tadini, Lovere 1969, p. (16) n. 246.
G. A. Scalzi, Galleria Tadini. Guida, Lovere 1992, II, p. 48, n. 246.
Per saperne di più:
Mostra commemorativa del Pittore Ernesto Quarti Marchiò, testo di Mario Pezzotta, catalogo della mostra (Bergamo, Galleria d’Arte Bergamo, 24 settembre-16 ottobre 1983), Bergamo 1983.
Lino Lazzari, La postuma alla Galleria “Bergamo”. Grande interesse per le opere di Ernesto Quarti Marchiò, in “L’Eco di Bergamo”, 8 ottobre 1983, p. 12 (ill.).
Ernesto Quarti Marchiò 1907-1982, a cura di Fernando Rea, introduzione di Rossana Bossaglia, catalogo della mostra (Milano, Palazzo della Permanente, 5-28 ottobre 1990), Bergamo 1990, pp. 74-75, 157, n. 51, tav. 34.
Ernesto Quarti Marchiò 1907-1982, a cura di Fernando Rea, catalogo della mostra (Bergamo, Galleria Lorenzelli, 20 febbraio-14 marzo 1992), Bergamo 1992, pp. 50, 90, n. 21.
Quarti. Dipinti e disegni tra gli anni Trenta e Cinquanta, a cura di Fernando Rea, nota introduttiva di Vittorio Fagone, catalogo della mostra (Bergamo, Accademia Carrara, 20 febbraio-14 marzo 1992), Bergamo 1997.
Crescit Eundo. Donazioni ed acquisizioni di opere dalla fine dell’800 ad oggi al fondo per la galleria d’arte moderna e contemporanea, a cura di Gino Angelico Scalzi, catalogo della mostra (Lovere, Atelier del Tadini, 12 maggio-31 agosto 2003), Bergamo 2003, pp. 75, 125.