Autore: Walter Scott

Data: Milano: presso il Libraio Editore G. Reina, 1840

Tecnica e supporto:

Dimensioni: in ottavo

Inventario: ATL.13.I.1

Il 12 maggio 1828 Francesco Hayez scriveva al conte Leopoldo Cigognara, suo mentore e grande estimatore: “L’ore di riposo sono da me impiegate onde fare che anche in Milano l’arte litografica faccia qualche progresso, di fatti lo spero”. Solo alcuni mesi prima il Manifesto di associazioni e alle litografie tratte dall’Ivanhoe preannunciava una delle più importanti imprese dell’artista, che tra il 1828 e il 1831 si dedica all’esecuzione di ventidue fogli ispirati al celebre romanzo di Walter Scott, pubblicato per la prima volta in italiano dall’editore Ferrario nel 1822.

La popolarità del romanzo presso il grande pubblico e negli ambienti letterari milanesi ma anche la stretta amicizia con Tommaso Grossi, testimoniata dall’Autoritratto con un gruppo di amici del 1827 (Milano, Museo Poldi Pezzoli), di certo avevano contribuito ad alimentare l’interesse dell’artista per l’Ivanhoe, del quale Hayez conosceva pure la versione in inglese, come testimoniano le citazioni tratte dal romanzo poste in calce alle litografie.  “All’Hayez, come ai giovani pittori del suo tempo – ricorderà Giuseppe Mongeri nel 1883 – [Ivanhoe] parve una miniera preziosa e inesauribile di temi storici tanto evidente e completa ne era la sceneggiatura. Forse eccessivo ne era il numero che gli si affacciava all’immaginazione perché non rivolgesse al disegno litografico, genere, nel momento, di gran voga e trattato in Francia dai maggiori suoi artisti, quanto veniva in lui sorridendo alla fantasia”. Concepite come stampe d’invenzione, le tavole erano state accolte con entusiasmo dalla critica, quando apparvero all’esposizione annuale di Brera del 1828, e in seguito furono tradotte all’acquaforte per illustrare l’edizione pubblicata a Milano da Reina nel 1840 (in mostra), finendo con indebolire la qualità pittorica e la scioltezza del segno, che originariamente l’artista stesso aveva tracciato su pietra senza alcuna mediazione.

La serie comprende sei ritratti e sedici scene di composizione, nelle quali il pittore si dimostra un lettore attento, intenzionato a esplorare le potenzialità espressive del romanzo, non meno del repertorio di arredi, costumi, architetture che la penna dello scrittore gli aveva messo generosamente a disposizione. Come suggerisce Chiara Nenci, si può tentare persino un parallelismo con Scott, che nell’introduzione al romanzo rivendica di essersi sforzato di disegnare i caratteri e i sentimenti dei personaggi, in “modo che le folle che divoreranno avidamente” il libro, non li trovino “troppo ingombri della spiacevole aridità della pura antichità”.

E di certo le attese dei lettori non furono tradite. Tra gli episodi del romanzo, quello del Rapimento di Rebecca, uno tra i più frequentati in pittura e nelle tavole illustrate (nel 1829 la scena ispirò Léo Cogniet e poi Eugène Delacroix nel 1846 e nel 1858), si distingue per il grande valore scenico, con la vicenda principale dello scontro tra Athelstane e Brian de Bois Guilbert in primo piano e sullo sfondo la lotta tra arcieri e cavalieri nella cornice del castello in fiamme. Rebecca è svenuta, il volto bellissimo è coperto dal lungo velo, dal quale non sfugge ancora quella ciocca di riccioli neri che catturerà lo sguardo del giullare Wamba. Tutto è funzionale alla credibilità della narrazione e alla resa esatta dei sentimenti dei personaggi.

Nell’edizione illustrata per il libraio Reina non figura l’Autoritratto nel quale l’artista si presenta orgogliosamente con lo stilo litografico tra le mani, mentre apre il volume quello di Walter Scott con il tartan sulla spalla, seguito dai volti dei protagonisti del romanzo – Ivanhoe, Rowena, Rebecca, Brian de Bois Guilbert – oltre che da una galleria di personaggi, comprimari e comparse che ritornano nelle scene illustrate. Molte di queste figure continuano a vivere nell’immaginario dell’autore, nei costumi per la quadriglia scozzese da lui disegnati per il ballo di Casa Batthyany, ma soprattutto nei quadri, come la piccola opera che ripropone in pittura il ritratto inciso di Rebecca, vera e propria protagonista e centro narrativo della narrazione litografica, “personificazione stessa del sentimento che l’ha caratterizzata […] secondo un gusto che preannuncia già la grandezza romantica di Hayez” (C. Nenci)

 

Elena Lissoni
Simone Signaroli


Per saperne di più:

Hayez, a cura di M. C. Gozzoli, F. Mazzocca, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale Sala delle Cariatidi, Accademia Pinacoteca Biblioteca di Brera, novembre 1983 – febbraio 1984), Milano 1983.

Hayez litografo: la serie dell’Ivanhoe e altre prove litografiche, a cura di M. Jona, Milano 1990.

M. Tavola, Francesco Hayez incisore e Litografo, Tesi di Specializzazione, Universita’ degli Studi di Firenze, a. a. 2004-2005, relatori F. Mazzocca, M. G. Messina.

B. S. Wright, ‘A better way to read great works’: lithographs by Delacroix, Roqueplan, Boulanger, and the Devéria brothers in Gaugain’s suite of Scott subjects (1829–1830), in “Word & Image”, 26, 2010, pp. 337-363

C. Nenci, Le storie. I soggetti. “Un’enorme suppellettile di fatti”, in Francesco Hayez, a cura di F. Mazzocca, catalogo della mostra (Gallerie d’Italia, Milano, Piazza Scala, 7 novembre 2015 – 21 febbraio 2016), Cinisello Balsamo 2015, pp. 347-349.

C. Savettieri, Delacroix e i dipinti ispirati ad Ivanhoe: dall’illustrazione alla tragedia, in Due secoli con Ivanhoe. Atti della Giornata di Studio, a cura di D. Campanile (Pisa, 18 ottobre 2018), Nuova Biblioteca di Studi Classici e Orientali. Supplementi alla rivista Studi Classici e Orientali, 2, 2019.

E. Sala, Mitologia dei costumi degli antichi in un quadro animato. Il Carnevale presso la residenza milanese del conte Batthyany (1828), in Ludus Litterarum. Studi umanistici in onore di Angelo Brumana, a cura di Bazzani, Pagnoni, Parola, Valseriati, Milano 2020, pp. 306-319.

A sinistra, dall’alto:

Tavola I di: Ivanhoe/ ossia/ Il ritorno del crociato/ di/ Walter Scott/ versione del professore/ G. Barbieri/ Illustrato di tavole incise a bulino prese dalle rinomate del pittore/ F. Hayez/volume unico/ Milano/Presso il Libraio Editore G. Reina/1840

Gaetano Santamaria (Milano, 1817 – 1882?), incisore da Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882)

Ritratto di Walter Scott, [1828-1831] 1840

incisione a bulino su rame

In basso al centro “[…] Santamaria inc.”; didascalia “WALTER SCOTT”

 

Tavola III di: Ivanhoe/ ossia/ Il ritorno del crociato/ di/ Walter Scott/ versione del professore/ G. Barbieri/ Illustrato di tavole incise a bulino prese dalle rinomate del pittore/ F. Hayez/volume unico/ Milano/Presso il Libraio Editore G. Reina/1840

Gaetano Santamaria (Milano, 1817 – 1882?) da Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882)

Ritratto di Rebecca, [1828-1831] 1840

incisione a bulino su rame

In basso al centro “Santamaria inc.”; didascalia “REBECCA”

 

Tavola XX di: Ivanhoe/ ossia/ Il ritorno del crociato/ di/ Walter Scott/ versione del professore/ G. Barbieri/ Illustrato di tavole incise a bulino prese dalle rinomate del pittore/ F. Hayez/volume unico/ Milano/Presso il Libraio Editore G. Reina/1840

Giuseppe Buccinelli (attivo a Milano dal 1830 al 1863 circa), incisore da Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882)

Rapimento di Rebecca, [1828-1831] 1840

incisione a bulino su rame

In alto a destra: “Tav. XX”; in basso a sinistra: “Buccinelli inc.”; nel margine inferiore: “Rebecca”; “Athelstane”; “Brian”; “Wamba”; più sotto: “Rinnegato Templario! Lascia in libertà una donna che non se’ degno sol di toccare;/ difenditi, capobanda di ladri e di masnadieri!”; più sotto “pag. 279”.