Donna con bicicletta

Autore: Giovanni Trussardi Volpi (Clusone, 1875 - Lovere, 1921)

Data: 1905-1910

Tecnica e supporto: olio su tela

Dimensioni: 119 x 60 cm

Inventario: P 446

La decisione di ambientare Donna in bicicletta in un esterno luminoso è una soluzione non ricorrente nella produzione di Giovanni Trussardi Volpi, che aveva tuttavia tentato, nel corso della sua carriera, alcune sperimentazioni in questa direzione, come testimoniano, per esempio, l’Autoritratto sulle rovine di Messina dopo il terremoto o il più tardo Donna a figura intera con i fiori, entrambi conservati al MAT – Museo Arte e Tempo di Clusone. Lo studio dei valori luministici “dal vero” si completa infine nell’ambito della pittura di paesaggio, genere poco frequentato dal pittore clusonese ma di cui rimangono comunque alcuni pregevoli esempi, soprattutto di piccole dimensioni.

Come nel caso del Ritratto di Corilla Volpi, anche nella tela della Donna in bicicletta Trussardi Volpi ci restituisce l’immagine di una donna moderna, ritratta a fianco di un simbolo di libertà di movimento e di conseguente emancipazione quale era all’epoca la bicicletta.

In occasione della mostra Un verista lombardo del 1998 l’opera venne datata dalla critica al 1917-1920, ma una serie di recenti considerazioni inerenti, come vedremo, allo stile e alla moda, tenderebbero a inquadrare il dipinto entro il primo decennio del secolo. Grazie alle riflessioni di Alessio Francesco Palmieri Marinoni – che ringrazio – è stato finalmente possibile, in prima istanza, contestualizzare l’abito indossato dalla donna in bicicletta al periodo della “Belle √âpoque” (1895-1905). Lo studioso sottolinea infatti che la figura femminile indossa un abito da giorno o da passeggio – con una linea a “S” che richiama la composizione del “Tailleur” – in cui sono facilmente individuabili un cappello con tese rialzate decorato di nastri e piume e una camicia a blousa con collo alto dall’ampia manica a calla.

A questi elementi afferenti alla moda “Belle √âpoque” si va ad affiancare l’analisi di carattere stilistico. Nella vivace pennellata di matrice impressionista non è ancora ravvisabile quella matericità che Trussardi Volpi deriva dal ductus manciniano a partire dal 1910, ponendosi più vicino a soluzione sperimentali come il già citato Autoritratto sulle rovine di Messina dopo il terremoto (MAT, Museo Arte e Tempo di Clusone), ascrivibile al 1909 circa, periodo che precede, nella biografia di Trussardi Volpi, lo stretto sodalizio con il maestro romano.

Silvia Capponi


Per saperne di più:

F. Rea, Giovanni Trussardi Volpi pittore allievo di due grandi maestri, in Giovanni Trussardi Volpi. Un verista lombardo, catalogo della mostra (Clusone – Lovere, Città di Clusone – Accademia Tadini, 21 giugno – 30 agosto 1998), Lovere 1998, pp. 10-19.

S. Capponi, Giovanni Trussardi Volpi. Proposte per un percorso biografico e artistico tra fonti e modelli, in Giovanni Trussardi Volpi. Il colore irrequieto dell’anima, catalogo della mostra (Clusone, MAT – Museo Arte Tempo Città di Clusone, 22 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022) a cura di S. Capponi, S. Damiani, V. Raimondo, Cinisello Balsamo 2021, pp. 27-3

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