Luigi Ravasio. Le regole dell’astrazione

Luigi Ravasio (Bergamo, 1930-2018) ha mosso la propria linea di ricerca nel campo dell’astrattismo. Si forma prima frequentando lo studio dello scultore Giovanni Avogadri e in seguito presso il Liceo Artistico di Brera dove frequenta, tra gli altri, i corsi di Achille Funi e Guido Ballo e si diploma nel 1954. Pur continuando la sua attività di pittore durante gli anni successivi a Brera, la vera e propria attività artistica ed espositiva inizia negli anni Settanta, periodo in cui entra in contatto con il critico d’arte Primo Licini in occasione delle mostre promosse dal Centro Culturale d’Arte Contemporanea “Il Capricorno” e con il gallerista Alberto Fumagalli, titolare dell’omonima Galleria bergamasca. Tra gli anni Settanta e gli Ottanta è protagonista di numerose esposizioni sia a Bergamo che sul territorio nazionale e internazionale.

Dopo la rottura con Alberto Fumagalli, che fino a quel momento era stato il suo punto di riferimento nel mondo delle gallerie bergamasche, il pittore prosegue lungo il suo percorso portando avanti la sua ricerca che fa delle forme astratte e della stesura per partiture di colore un punto di riferimento imprescindibile per il suo linguaggio d’artista.

Tra le occasioni espositive più importanti a lui dedicate, che segnano anche un riconoscimento da parte della città di Bergamo, è da segnalare soprattutto la mostra antologica organizzata nel 1998 presso il Centro Culturale San Bartolomeo.

Pittore infaticabile, mantiene lungo tutto l’arco della sua esistenza lavorativa, una forza espressiva che si riversa anche nel lavoro di insegnante d’arte presso alcune scuole medie del territorio e in particolare la Scuola Media E. Donadoni e poi nel lavoro di artista che prosegue fino alla fine dei suoi giorni.

Il percorso artistico di Luigi Ravasio è caratterizzato dal suo grande rigore: la ferrea adesione ad una visione dell’arte che parla attraverso il linguaggio astratto è infatti accompagnata da un sistema di regole che si manifestano nella forte disciplina con cui è solito lavorare. Ogni opera che il pittore crea è frutto, infatti, di attenti studi che passano attraverso la realizzazione di numerosi bozzetti di varie dimensioni eseguiti a penna, con pennarelli, a matita e a tempera, per approdare infine al dipinto a olio nella sua forma definitiva. Nella maggior parte di questi studi l’artista segna meticolosamente i colori che intende adoperare siglandoli con lettere dell’alfabeto. Crea in questo modo progetti in cui le forme e i segni alfabetici si compenetrano in un medesimo sistema. La scelta della pittura ad olio per i suoi dipinti, oltre che un rimando ed un legame con la tradizione, è frutto probabilmente della necessità di lavorare il colore per stenderlo in modo perfetto e uniforme.

Se nelle prime fasi di adesione all’astrattismo il pittore sente il bisogno di rimanere vincolato al dato oggettivo della realtà che lo circonda, e che trova in opere come Balconi sulla città del 1973 una manifestazione di questa esigenza nella compenetrazione tra dato reale e pura geometria; a partire da dipinti come Nastro passante del 1976 Ravasio si muove lungo un percorso in cui le forme si svincolano da questa necessità e muovono lungo il binario della fantasia progettuale dell’artista. Col passare del tempo le forme che abitano i suoi dipinti, da fortemente lineari, diventano sempre più curvilinee come nel caso di Artigli del 1983 e della serie dei Protisti eseguita tra il 1986 e il 1987. Il passaggio dagli anni Settanta agli Ottanta è significativo. I due decenni sono infatti quelli più ricchi dal punto di vista espositivo e Ravasio matura il proprio linguaggio anche attraverso alcune importanti evoluzioni stilistiche: passa, ad esempio, dalle forme realizzate per fasce digradanti di colore a immagini generate da campiture piatte di cromie brillanti.

 

Luigi Ravasio. Le regole dell’astrazione

a cura di Valentina Raimondo

21 aprile-2 giugno 2024.

Galleria dell’Accademia Tadini, via Tadini 40, Lovere (Bg).

Orari: dalle 15:00 alle 19:00 da martedì a sabato.

Domenica e festivi: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00.

Info: tel. 349 4118779.

Ingresso: 14 euro (intero), 10 euro (ridotto).

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