Autore: Manifattura di Wedgwood

Data: 1780 circa

Tecnica e supporto: terraglia

Dimensioni: 3x25x28 cm

Inventario: H 134

Manufatti in terraglia erano prodotti in Inghilterra, nella regione dello Staffordshire, già dal Seicento; nel secolo successivo si affermarono alcune fabbriche, come quella di Josiah Wedgwood (1739-1795).

Nel 1765 Wedgwood aveva avviato la produzione di un particolare tipo di ceramica robusta e durevole, caratterizzata dal color crema e da forme di raffinata eleganza, detta creamware. Questa ceramica fu particolarmente apprezzata dalla regina Charlotte, moglie di Giorgio III, che concesse alla fabbrica il proprio patronato: la ceramica prese allora il nome di Queen’s Ware. Per la sua qualità divenne presto la manifattura preferita per la ceramica domestica in Inghilterra e si afferma anche e all’estero.

A Lovere il lungo soggiorno di Lady Mary Worthley Montagu (1749-1755), che aveva portato con sé le proprie ceramiche, contribuì ad imporre il gusto per la produzione inglese. La compostiera, che proviene dalla raccolta del conte Tadini, è una delle spie della diffusione dei prodotti di Wedgwood presso l’aristocrazia lombarda.

Anche in Italia la produzione inglese costituì un modello per le fabbriche settecentesche avviarono la produzione di quella che nei documenti dell’epoca era definita la “terraglia all’uso inglese”. La terraglia si prestava alla realizzazione con stampi, favorendo la produzione seriale. Avendo costi di produzione molto più bassi di quelli della porcellana, pur mantenendo alcune tra le caratteristiche più apprezzate, come la leggerezza e il colore chiaro, divenne il primo prodotto ceramico di qualità a larga diffusione. In provincia di Bergamo, tale attività è documentata dalla manifattura di proprietà della famiglia Bottaini, a Sovere.

 

Ilaria De Palma


 

Per saperne di più:

– I. De Palma, La fortuna della terraglia “all’uso inglese”, in A tavola con il conte. Porcellane europee della collezione Tadini, catalogo della mostra (Lovere, Accademia Tadini, 22 maggio-28 agosto 2011), Lovere 2011, pp. 24-31.